La domanda in psicologia: Cosa ci spinge a chiedere aiuto?

Ogni percorso terapeutico, ogni richiesta di supporto o consulenza psicologica, inizia sempre con una domanda. La domanda è l’elemento che apre le porte al cambiamento, ed è fondamentale comprendere cosa spinge una persona a chiedere aiuto. Nella mia esperienza come psicologa a Massa, ho avuto modo di osservare che la domanda non è solo un atto superficiale, ma riflette qualcosa di molto più profondo, legato al nostro desiderio e alle dinamiche inconsce che governano la nostra vita.

La domanda in psicoanalisi

Nella teoria psicoanalitica, e in particolare nell’approccio lacaniano, la domanda gioca un ruolo centrale. Jacques Lacan sosteneva che ogni richiesta, ogni domanda, è inevitabilmente legata al desiderio. Questo desiderio non è sempre esplicito, anzi, spesso si nasconde dietro ciò che appare. Quando una persona entra nel mio studio e dice di voler superare l’ansia, la depressione o un problema relazionale, la vera domanda sottostante è spesso più complessa.

Lacan affermava che “Il desiderio dell’uomo è il desiderio dell’Altro”, intendendo che le nostre domande sono intrinsecamente legate al nostro rapporto con gli altri e al modo in cui percepiamo noi stessi attraverso il loro sguardo. Dietro una richiesta di aiuto, quindi, si cela il bisogno di essere riconosciuti, compresi e accettati.

La domanda in terapia: cosa vogliamo veramente?

Quando una persona si rivolge a me come psicologa a Massa, la sua domanda potrebbe sembrare chiara e semplice: “Voglio smettere di avere attacchi di panico”, “Non riesco a gestire la mia ansia”, oppure “Ho problemi nella mia relazione”. Tuttavia, una domanda di questo tipo è solo l’inizio. La psicologia lacaniana ci insegna che la vera domanda, quella più profonda, riguarda spesso il nostro rapporto con il desiderio, con ciò che vogliamo davvero dalla vita e dagli altri.

Spesso, non siamo consapevoli di ciò che chiediamo realmente, perché il nostro desiderio è influenzato da dinamiche inconsce che non abbiamo ancora esplorato. È qui che entra in gioco il lavoro terapeutico: esplorare il significato nascosto dietro la domanda iniziale.

Riflessioni ed esperienze personali

Nel corso della mia attività professionale, mi capita spesso di vedere come le domande portate in terapia siano solo la superficie di una realtà molto più complessa. Un esempio che mi ha colpito riguarda un paziente che, inizialmente, cercava semplicemente di “gestire meglio lo stress legato al lavoro”. Durante il percorso terapeutico, però, è emerso che il vero nodo non era nelle responsabilità lavorative in sé, ma nel profondo senso di insoddisfazione derivante dal sentirsi invisibile e poco valorizzato. Lo stress era quindi un sintomo di un bisogno più grande: il desiderio di essere riconosciuto e apprezzato non solo sul piano professionale, ma anche personale.

Un’altra situazione che ricordo riguarda una giovane donna, che mi ha contattata per ricevere consigli pratici su come affrontare una relazione problematica. Tuttavia, con il progredire delle sedute, è emerso che la questione andava oltre il contesto relazionale specifico. Il vero interrogativo era legato alla sua tendenza a mettere costantemente le esigenze degli altri davanti alle proprie, anche a costo del suo benessere. La sua domanda, apparentemente semplice, si è rivelata un percorso di scoperta su dinamiche inconsce che influenzavano il modo in cui si relazionava agli altri, portandola a ripetere schemi di compiacenza e sacrificio.

Come riconoscere la propria domanda?

Riconoscere la propria domanda è un processo complesso, che richiede tempo e riflessione. Spesso siamo convinti di sapere cosa vogliamo, ma il percorso terapeutico ci aiuta a scoprire che la nostra richiesta è solo la punta dell’iceberg. Ecco alcuni segnali che possono aiutare a riconoscere e approfondire la propria domanda:

  • Insoddisfazione costante: Se, nonostante gli sforzi, continui a sentirti insoddisfatto o insoddisfatta in diversi ambiti della vita, potrebbe esserci una domanda più profonda che stai cercando di ignorare.
  • Ripetizione di schemi: Se ti accorgi di ripetere sempre gli stessi errori o comportamenti nelle relazioni o nel lavoro, questo potrebbe essere un segnale che c’è una domanda non riconosciuta che continua a emergere.
  • Confusione rispetto ai propri desideri: Quando ci troviamo a chiedere “Cosa voglio veramente?”, questo è il momento di fermarsi e riflettere. La terapia può aiutare a esplorare questa domanda e a portare chiarezza.

Rispondere alla domanda

La terapia non è solo un luogo dove si formulano domande, ma anche un processo attraverso il quale possiamo trovare delle risposte. Tuttavia, non si tratta necessariamente di risposte immediate o definitive. Spesso, il percorso terapeutico ci porta a capire che la domanda stessa evolve nel tempo, man mano che esploriamo i nostri desideri e le nostre emozioni.

Come psicologa a Massa, il mio obiettivo è accompagnare i miei pazienti in questo viaggio di scoperta. Non esiste una risposta unica, ma insieme possiamo fare luce sui meccanismi inconsci che influenzano la nostra vita e trovare un modo più autentico di rapportarci con noi stessi e con gli altri.

Conclusione

La domanda è il cuore della psicoterapia, un atto che riflette il nostro desiderio di cambiare, di capire e di essere capiti. Se anche tu senti il bisogno di esplorare una domanda che ti porti dentro da tempo, o se hai la sensazione che ci sia qualcosa di non detto nella tua vita, ti invito a contattarmi. Nel mio studio a Massa, potremo lavorare insieme per scoprire cosa si nasconde dietro la tua richiesta e avviare un percorso di crescita e consapevolezza.